Solitudine apparente
Le cose cambiano. E questo è il dolore più grande. È forse per esorcizzare questa massima verità proustiana che il protagonista di Solitudine apparente vive in un presente consacrato al passato. Un passato di viaggi fin nei luoghi più remoti del pianeta, che si coagula e vive in una ricca costellazione di oggetti riportati da svariati angoli di un Altrove sempre inseguito con la foga, la passione e la curiosità intellettuale del viaggiatore autentico. Un romanzo prismatico, affascinante, nel quale smarrirsi come all’interno della grande casa-museo del protagonista.
Descrizione completa
Attraverso un mosaico di narrazioni che ci trascinano in Africa, in Asia, al Lago Toba in Sumatra, sulle tracce di un feticcio Batak, oggetto “maledetto” che passa di mano in mano portando con sé un’aura di sventura, Giovanni Turco offre al lettore non soltanto l’avventura di uno spirito inquieto, ma anche una disamina in forma di racconto sul mistero profondo del viaggiare, di un richiamo senza tempo che condanna l’uomo sensibile a una chiassosa, affollata, intima quanto irriducibile solitudine.
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