Quanti, tra gli scrittori più celebri di oggi e di ieri, hanno iniziato autopubblicandosi? Parecchi… anche il “mostro sacro” per eccellenza.
Amanda Hocking
Caso editoriale di livello mondiale. Tutto iniziò il 15 aprile del 2010 quando l’autrice, all’epoca in “ristrettezze” e stufa di vedere i suoi libri ripetutamente rifiutati dalle case editrici, per guadagnare qualcosa decise di pubblicare su Amazon. Il primo episodio della trilogia Trylle le fruttò in un solo mese più di 6.000 dollari. Meno di un anno dopo, a gennaio del 2011, le vendite dei suoi libri erano di circa centomila copie/mese. A oggi la Hocking ha venduto più di 2 milioni di copie eBook col sistema del selfpublishing.
Anna Premoli
Vincitrice del Premio Bancarella 2013, è uno dei pochi casi italiani partiti dal selfpublishing. Il suo romanzo Ti prego lasciati odiare, autopubblicato, ha avuto un ottimo successo ed è stato poi acquisito da un editore tradizionale. Il merito è anche del marito, ha raccontato l’autrice: è stato lui a registrarla sulla piattaforma Narcissus come regalo di compleanno.
Moana Pozzi
Eh sì, ci piace ricordare con affetto il suo chiacchieratissimo La filosofia dell’eros: uscì nel ’91, autopubblicato, e creò scompiglio. Divertiti o ansiosi, noncuranti o curiosi, gli uomini che si ritrovarono ritratti in quel libro con tanto di voto ancora oggi ne parlano. Gli altri ne parlano lo stesso, e invidiano un po’.
E. L. James
Non è tecnicamente self, ma la filosofia è simile: in origine la saga multimilionaria Cinquanta sfumature era nata come fanfiction su «Twilight», e pubblicata a puntate su Fanfiction.net con lo pseudonimo di Snowqueen Icedragon e il titolo di Master of the Universe. Il resto è storia e numeri da record.
Marcel Proust
Last but not least… LUI, sua maestà il “canone” insieme a Shakespeare e pochi altri. La vicenda è nota: il rifiuto di Gallimard, il giudizio di Gide ecc. A pubblicare Dalla parte di Swann fu Grasset, editore a pagamento. Un colpaccio? Sì e no: Proust era un rompiscatole, pretese caratteri grandi per esser letto con più facilità, foliazione mostruosa, … e il “publisher” a quanto pare non ci guadagnò granché, nonostante l’autore avesse acquistato una marea di copie da regalare a parenti e amici. Poi arrivò il ripensamento dei grandi papaveri dell’editoria francese, lo sdoganamento, il Premio Goncourt per All’ombra delle fanciulle in fiore, Grasset si tirò indietro volentieri e Gallimard, anni dopo, ebbe a dire che Proust era il miglior autore che mai gli fosse capitato. Certo, con una penna simile… Macché! Lo adorava perché non gli aveva mai chiesto un anticipo né di fare pubblicità al libro.