La mia stupida e inutile vita a Villaggio Mulino
Ecco a voi Luca. Un Holden Caulfield dei quartieri bassi. Scabro, duro, spogliato degli orpelli da scuola privata. La sua vita si trascina a Villaggio Mulino, luogo immaginario e simbolo di tutte le periferie urbane del Nord Italia. Osserva persone, riti e gesti dell’unico mondo che conosce, come se tutta la violenza e tutto l’amore, il disincanto e la speranza, gli sforzi di redenzione e la condanna acquistassero senso solo se fissati nel racconto, nella capacità di frugare tra strade, palazzi e vite consumate attorno a lui, ricreando e nutrendo il prezioso talento di chi sa disinfettare ogni ferita senza cancellarla.
Descrizione completa
Già dal titolo, lo incontriamo, lo sentiamo, lo capiamo, lo sguardo di Luca, il giovanissimo io narrante di questo romanzo. Ne intuiamo subito il dna e la tribù di appartenenza. Quella dei disperati strafottenti, dei guasconi con il cuore bucato, dei perdenti con la faccia da schiaffi i cui occhi tradiscono la ricerca di un motivo per non arrendersi. La mia stupida e inutile vita a Villaggio Mulino non è soltanto un romanzo di formazione. È conoscenza di uno spazio dove tutto è urgente e niente importante – il primo bacio, lo spaccio, l’acquisto di una pistola, la fede di una madre. È esperienza di un personaggio irresistibile che vive, corre e metabolizza ogni giorno in una catarsi poetica e febbrile, a conferma una volta di più del potere magico della scrittura.
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